“Chi non ama il proprio fratello“: una lettura che invita alla riflessione e a cogliere il valore di molti aspetti della vita.
Carissimi lettori, oggi vi voglio parlare di un libro che mi ha colpito particolarmente e che credo possa colpire anche voi. E’ un libro che nonostante sia frutto della libera fantasia dell’autore, è in realtà molto veritiero. Così come è disperatamente attuale l’argomento trattato.
Ma non vi svelo altro per adesso. Mettetevi comodi e… buon proseguimento di lettura!
Sull’autore
“Chi non ama il proprio fratello“, edito dalla Castelvecchi Editore, è il nuovo libro nato dalla delicata e profonda penna di Antonio Chirico, autore di cui chi mi segue da un pò ricorderà il libro “Ramondo lo scudiero“, un opera che si ispira alla figura realmente esistita di Raimondello Orsini del Balzo, una lettura questa che mi aveva regalato il piacere di fare un salto in quel passato che avrei voluto sotto certi aspetti conoscere e che adesso è visibile soltanto attraverso i tanti reperti archeologici sparsi nella nostra antica Italia.
Chirico è un avvocato che risiede a Lecce. Ha vissuto l’infanzia nel Brindisino e, come vi ho accennato poco fa, questo di cui vi sto parlando è il suo secondo romanzo.
Il suo primo libro è risultato spesso primo nelle classifiche Amazon sezione “Commedie e drammi medievali” e “Narrativa storica medievale per ragazzi e adolescenti“. Se volete conoscere qualcosa di più su questo autore, vi invito ad andare a leggere l’intervista che gli avevo dedicato quando uscì il suo primo libro. 🙂
Il libro
“Chi non ama il proprio fratello” narra di un dramma familiare che coglie, in una giornata che apparentemente può sembrare come tante, quattro fratelli e le loro rispettive famiglie.
A Placido, il fratello ritenuto da tutti quanti il più forte e spiritoso, viene diagnosticato un cancro che sembra ormai a uno stadio terminale. Nessuno vuole credere a questo terribile verdetto e inizia così la dura lotta per tenere viva la speranza che un miracolo possa accadere.
Ma le vane speranze di una possibile guarigione sembrano svanire ogni giorno che passa e quando l’unica speranza per prolungare la vita del fratello morente sembra essere una struttura privata dannatamente costosa, a Furio e Francesco toccherà l’ingrato compito di tutelare le finanze della loro anziana madre, ovvero colei che provvede ai pagamenti delle improbabili quanto terribilmente esose cure mediche di un sedicente medico che sembra interessato soltanto a spillare soldi alla famiglia del paziente.
“Non è facile scegliere tra il prolungare di alcuni giorni o mesi la vita di Placido e tutelare i risparmi di mamma.”
da “Chi non ama il proprio fratello” pag. 41
Più il tempo scorre e più le finanze dell’anziana madre infatti diminuiscono, al punto che tra i fratelli inizia a insorgere una silenziosa diatriba alle spalle del malato. Nel frattempo Assunta, la sorella mistica della famiglia, cerca a modo suo di infondere pace e amore nell’ambiente in cui gli animi non sono di certo quieti.
E quando i soldi sembrano ormai agli sgoccioli, ai fratelli inizia a trapelare l’idea di vendere la casa di famiglia al mare, luogo tanto amato dal padre ormai scomparso e meta di ritrovo di tutta quanta la famiglia, quando gli animi erano ancora pacifici e tutto nella vita sembrava scorrere serenamente.
“Nancuso e la sua cricca non l’avrebbero fatta franca: alla fine della storia, Francesco e Furio li avrebbero denunciati.”
da “Chi non ama il proprio fratello” pag. 104
Intanto Anna, la moglie del povero Placido e suo figlio Valentino non accennano minimamente a voler sostenere almeno in parte le spese per le cure, come se fosse compito della famiglia di lui gestire questa situazione, che nel frattempo non accenna a migliorare in nessun modo.
Placido infatti sta sempre peggio, nonostante nel tempo mostri debolissimi attimi di lucidità che spesso lo inducono addirittura a voler tornare alla sua solita vita, per poi ripiombare in un batter di ciglia in una ricaduta terribile. Le cure sembrano non servire a niente, anzi prolungano soltanto l’agonia che avrà comunque l’epilogo terribile che tutti conoscono e temono.
Ma allora perché pagare tanto per nulla? Perché la moglie e il figlio di Placido non capiscono che quel Mancuso, il sedicente medico della costosa Villa delle Ginestre, non è altro che un ladro che specula sul dolore illudendo i parenti dei malati in una possibile guarigione che non esiste?
Francesco, avvocato con i piedi ben puntati a terra, ha già scelto che quando tutto sarà purtroppo finito sporgerà denuncia al sedicente professore, quantomeno per evitare che altre persone possano cadere in questa terribile quanto meschina trappola. Ma tra il dire e il fare… c’è di mezzo il cuore e l’amore che lega la famiglia, dei sentimenti che spesso prevalgono sulla ragione e il freddo interesse economico.
Quali saranno le scelte dei fratelli di Placido, quando tutte queste altalenanti sofferenze e speranze si concluderanno?
Lo stile e le impressioni
Con uno stile delicato, profondo e intenso, “Chi non ama il proprio fratello” espone un lato della malattia terminale che spesso non viene toccata nei libri che trattano questo argomento. La storia è così ben articolata e ricca di dettagli da far quasi credere che quello che viene narrato sia accaduto veramente.
Affezionarsi ai protagonisti di questa storia viene praticamente naturale, ciascuno di loro ha delle caratteristiche che ne evidenziano i caratteri e tuffarsi con loro nei ricordi della loro infanzia e dei bei tempi trascorsi assieme lascia nel cuore di chi legge quella sensazione di dolce e amaro, che solo chi ha vissuto con un malato terminale può cogliere appieno, respirandone ogni sfumatura, nel bene e nel male.
Antonio Chirico ha saputo anche stavolta cogliere ed esporre con la sua particolare sensibilità degli argomenti scottanti e assai veritieri di questo doloroso passaggio che accompagna il malato al triste epilogo dell’addio. Leggere questo libro aiuta a riflettere su tantissimi aspetti e lancia anche indirettamente un importante messaggio indirizzato a chi fa il medico e non si rende spesso conto che al di là del mero denaro c’è una famiglia e soprattutto qualcuno che lotta per affrontare una malattia, che andrebbe amato e tutelato, invece che privato inutilmente di quel poco che chi lo ama ha saputo mettere da parte, spesso con non pochi sacrifici.
Bidibibodibibook cerca sempre la magia nelle sue letture, ed in questa qual è?
“In questo libro la magia è racchiusa nel collante che rende i rapporti familiari forti e duraturi: l’amore che va oltre la freddezza del denaro e l’egoismo di chi campa sui dolori altrui”.
- Titolo: Ho colto ovunque semi di poesia
- Autore: Antonio Chirico
- Traduzione: —
- Casa editrice: Castelvecchi Editore
- Collana: Tasti
- Anno edizione: 2024
- Formato: cartaceo
- In commercio dal: 22 aprile 2024
- N. Pagine: 145
- EAN o ISBN: 9791256141609
- Prezzo al pubblico: 17,50€ (brossura)