Ciao carissimi booklovers! Come vi avevo anticipato ieri nella storia di Instagram, oggi vi proporrò “Il tempo ritrovato” una lettura capace di accompagnarci con molta sensibilità ed attenzione per i particolari, nella vita di gente semplice che ha fatto la storia del paese in cui vivo: Palazzolo sull’Oglio! 📚
Il libro che sto per raccontarvi è frutto di una ricerca molto ben approfondita da parte degli autori: Margherita Ruggieri e Francesco Piva. Due neo pensionati del posto che hanno avuto la grande idea e la grande voglia di mettere nero su bianco una parte di storia che se non fosse stata scritta avrebbe potuto andar perduta per sempre. Ed il titolo “Il tempo ritrovato” è qualcosa che di per sé racchiude tutto il senso di quello che nel libro è contenuto, poiché sfogliare le pagine della loro opera mi ha davvero trasmesso come l’impressione di avere tra le mani un “tempo” che, se non fosse stato “ritrovato” e trascritto, ora non lo avremmo mai conosciuto. Ma adesso mettetevi comodi, pensate ai tempi ormai andati e lasciatevi trasportare da quello che vi sto per raccontare! 😊
Sugli autori
In questo libro parlo di “autori” perché come vi dicevo, “Il tempo ritrovato” non è stato realizzato da una sola persona, certo non è scritto da tante mani come “Black Out – dietro le quinte del lockdown“, ma è comunque frutto di due autori che, come avevo scritto sopra, sono Margherita Ruggieri e Francesco Piva.
Vediamo quindi chi sono entrambi:
Margherita Ruggieri è nata a Bergamo nel 1956 ma è una palazzolese a tutti gli effetti. Ha frequentato il Liceo Scientifico per poi proseguire gli studi frequentando a Milano il triennio della Scuola Regionale di Servizio Sociale. Dal 1979 al 2018 è stata assistente sociale nei servizi Socio-Sanitari Distrettuali dove si è occupata prima di minori e poi di anziani e cure domiciliari. Nel 1996, dopo un corso biennale consegue l’idoneità alla pratica della Mediazione Familiare. E’ da sempre appassionata di libri, ama la scrittura e l’arte. Proprio per questo suo amore per la scrittura e per i libri, negli anni Novanta ha coordinato per un quinquennio il gruppo letterario locale “Meteora“. Ha pubblicato “Il mare d’erba” che è un libro di racconti, “La piantina di papiro“, un saggio di servizio sociale e, nel 2001, con Francesco Ghidotti ha dato vita a una guida di Palazzolo intitolata “Viaggio a Palazzolo sull’Oglio, ovvero alla scoperta di un’Italia minore“.
Francesco Piva nasce invece a Coccaglio nel 1952. Dopo il Liceo Classico si iscrive alla Facoltà di Lettere all’Università Statale di Milano e nel frattempo frequenta un corso per addetti alle biblioteche. Dal 1974 al 1977 lavora come bibliotecario presso l’ Istituto per Geometri “Tartaglia” di Brescia. Dal 1978 al 1985 lavora presso la libreria “Rinascita” di Brescia. Dal gennaio 1985 al novembre 2018 è stato bibliotecario presso la Biblioteca Civica “G. U. Lanfranchi” di Palazzolo sull’Oglio. Ed ora, felicemente in pensione, dopo una vita al servizio dei libi, può dedicarsi alle sue passioni: la lettura e la storia.
Il libro
Come vi ho già accennato prima, l’opera letteraria di cui sto per parlare si intitola “Il tempo ritrovato – raccolta di memorie individuali del Novecento palazzolese“, ed è un vero e proprio scrigno di memorie e di momenti preziosi che gli intervistati hanno scelto di regalare ai lettori. Questo libro ci tengo a precisare che non ha una casa editrice, ma ha dei “benefattori” che ne hanno permesso la realizzazione, ed è per tale motivo che il libro è acquistabile da chiunque ne fosse interessato ma è il lettore a scegliere che offerta stanziare per acquistarlo. Ogni offerta viene data all’ Associazione Pensionati di Palazzolo sull’Oglio, luogo da cui provengono anche le persone intervistate e riportate nell’opera.
L’intenzione dei due autori, Margherita e Francesco, è quella di riportare il più fedelmente possibile quello che gli anziani ricordano della loro giovinezza, e per farlo, si trasformeranno in quegli “Scrivani” di un tempo, che senza troppe modifiche e con pochi fronzoli, scrivevano tutto quello che i loro capi avevano da dire. Ed è così che inizia il lungo viaggio che ci condurrà in un epoca a quasi noi tutti sconosciuta.
Dovete infatti sapere che le storie contenute in questo prezioso libro sono tutte reali, ed appartengono a uomini e donne che hanno tra gli 85 e 96 anni compiuti, ed hanno nella loro mente ancora molti frammenti di quella vita post e durante Seconda Guerra Mondiale che hanno vissuto e che loro malgrado ha segnato le loro infanzie. Ognuno ha una famiglia, dei fratelli e dei famigliari che la guerra l’ha fatta, altri sono riusciti ad evitarla per problemi di salute. Ma la paura per i bombardamenti è impressa nelle loro vite ed è davvero importante che le loro testimonianze restino per sempre.
Ma in questo libro la vera protagonista è la semplicità della vita che gli intervistati hanno vissuto. Una vita ricca di valori e di progetti ben solidi da realizzare. Parla di escamotage romantici per conquistare la ragazza più carina che diverrà per ogni uomo la moglie di tutta la vita, colei a cui spetterà la gestione della casa e dei figli. Perché una volta lavorava solo “Il capo famiglia” e la donna, quando si sposava, come da leggi mussoliniane, perdeva il suo posto lavorativo.
“La memoria ci dà la certezza di essere stati per l’eternità, una volta per tutte e per sempre, nel tempo…”
Duccio Demetrio
Ogni persona intervistata racconta delle fatiche che ha dovuto affrontare nella famiglia numerosa in cui spesso nasceva, ma anche degli sforzi che i genitori facevano per poter garantire ai figli una vita dignitosa, dove per dignitoso si intendeva per esempio far trovare del cibo fresco tutti i giorni, dei libri per imparare a leggere ed a scrivere, ma anche la possibilità di poter frequentare corsi di formazione specifici che spesso le fabbriche mettevano a disposizione per poter garantirsi poi successivamente degli operai o tecnici capaci di lavorare sulle macchine o negli uffici.
Le famiglie di un tempo erano quasi tutte con più di due figli, e per giocare i ragazzi si univano tra loro a seconda dei quartieri in cui vivevano. Non c’erano giochi tecnologici che spesso tendono ad isolare i bambini, ma giochi che rendevano attivi, alcuni solo per maschi ed altri solo per femmine. Tra i più gettonati tra i ragazzi c’era il Ciàncol e le Cìche, due giochi semplici che nel libro si narrano nel dettaglio nella sezione dedicata proprio agli svaghi. Tra le femmine c’era invece la Corda. La cosa bella è che oltre alla spiegazione del gioco, c’è anche la spiegazione ludica di ognuno di esso, ed è curioso scoprire come anche dietro semplici giochi di un tempo, in realtà si nasconde una forte voglia di insegnare qualcosa ai futuri uomini e donne di domani. Come “Madama Doré“, un gioco in cui il ruolo del maschio è ben definito, così come quello della femmina.
“Guardiamo il mondo una volta, da piccoli. Il resto è memoria.”
Louise Glück
Leggendo le testimonianze di questi anziani protagonisti, si capisce molto bene quanto le cose siano effettivamente cambiate oggi rispetto ad un tempo. In primis tra tutti, vi è la palpabile sensazione di come un tempo si maturava in fretta. Difatti a sedici anni si era già pronti per il lavoro, cosa che invece oggi a quell’età non si sa nemmeno che cosa scegliere come scuola superiore. Ed anche il senso di responsabilità della famiglia è nettamente diverso. Chi viveva infatti in una famiglia numerosa aveva spesso il compito di accudire i fratelli più piccoli, questo soprattutto succedeva quando si nasceva in una famiglia il cui compito della madre era quello di aiutare il marito commerciante nella gestione della trattoria o del negozio di famiglia.
Si diventava quindi grandi perché era la vita stessa a chiederlo. Ed è curioso scoprire che il più delle volte, gli stessi intervistati siano consapevoli di questi cambiamenti. Trovo infatti interessante che quasi tutti vedano il futuro come un mondo piuttosto incerto, privo di quei valori e di quelle responsabilità di cui loro si sono fatti carico nella loro vita, trasmettendo ai loro figli pari valori che poi il benessere ha via via affievolito, come la mancanza di solidarietà ed unione tra le famiglie, che invece un tempo era di vitale importanza.
Tale mancanza di “Unione” tra le persone, ai giorni nostri, è testimoniato bene nella parte dedicata ai “fieranti“, ovvero la coppia bonus che, pur non vivendo a Palazzolo sull’Oglio, ha giustamente avuto uno spazio nel libro grazie alla loro storica presenza nella festa di San Fedele, patrono del paese. In tale periodo, la famiglia Ugolini (questo il nome dei giostrai) aveva modo di vivere tra i palazzolesi, ed è dolce il loro ricordo di molte persone a loro care. Ma purtroppo col tempo anche tra i giostrai tutto è cambiato, ed il senso di unione ha fatto un pò la stessa fine di molti di quei valori antichi che svaniscono, ahimè, col progresso.
Mi piacerebbe poter raccontare di alcune delle persone che vengono intervistate, quelle che mi hanno magari colpita di più. Ma sarebbe un pò come fare un affronto alle altre, perché credetemi, tutte meriterebbero davvero uno spazio qui sul blog! ☺️
Ed allora mi limiterò a dire che ho apprezzato molto la gratitudine che ciascuno di loro ha dato alla loro vita. Ognuno di loro infatti può dire di essere estremamente soddisfatto di quello che ha fatto, avendo a volte pure goduto di privilegi unici per l’epoca, come fare un viaggio oltreoceano alla scoperta dell’America, o aver toccato e contribuito alla realizzazione della prima chiusura lampo per tende che adesso è esposta come pezzo raro in qualche importante museo. Ed ancora, c’è la tenacia di chi ha creduto nell’inventiva e con la creatività ha imparato l’arte di un mestiere che lo ha reso celebre nel mondo, rendendolo addirittura uno stimato e premiato collezionista di macchine da scrivere e di moto che un tempo, quando era ragazzino, poteva solo sognare.
Ognuno ci insegna che la vita è preziosa, è unica anche se può essere talvolta difficile. Ma la cosa più importante che questo meraviglioso e profondo libro ci regala è la grande capacità di voler sempre imparare nella vita, di essere curiosi ed attenti, di darsi sempre degli scopi e di poter dedicare il proprio tempo a quello che ci piace, leggendo ed informandosi sempre molto. Perché forse non sarà questo l’unico motivo che ha portato questi carissimi e preziosi intervistati al superamento degli 85 anni di vita, ma se c’è una cosa che li accomuna tutti quanti è leggere e tenere sempre impegnata la mente: il vero motore di tutta la nostra esistenza, nonché il più prezioso database che nessun computer di ultima generazione potrà mai eguagliare.
Lo stile e le impressioni
“Il tempo ritrovato” è strutturalmente fantastico. Dico questo perché credo che sia realmente stato creato nel modo migliore possibile per i suoi preziosi contenuti. Segue lo stesso iter per ogni intervistato, è ricco di immagini che lo accompagnano e ci accompagnano. Ed un’altra delle cose che ho apprezzato moltissimo è la presenza di quei punti di approfondimento veramente fondamentali per introdursi ancora più in profondità nella narrazione. Gli autori non invadono le memorie degli anziani intervistati, ma dedicano a loro il pieno spazio narrativo, mettendoli quasi su un piedistallo invisibile, alla quale offrono la loro completa espressione narrativa, che rende questo libro un prezioso capolavoro che ogni bresciano dovrebbe custodire gelosamente nella propria personale libreria.
Bidibibodibibook cerca sempre la magia nelle sue letture, ed in questa qual è?
In questo libro la magia è racchiusa nelle speranze, nei ricordi e nella gratitudine che questi anziani intervistati hanno regalato al libro. Facendo così anche ad ogni lettore un regalo davvero grande: imparare ad apprezzare e valorizzare la nostra vita, qualunque essa sia.
- Titolo: Il tempo ritrovato
- Autore: Margherita Ruggieri e Francesco Piva
- Casa editrice: nn
- N. Pagine: 137
- Prezzo al pubblico: Offerta libera