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La stazione

La stazione

Bentrovati, carissimi amici! Oggi, come vi ho già ampiamente anticipato questa settimana su Instagram, vi parlerò di un libro molto intrigante quanto enigmatico e ricco di colpi di scena. Un libro che può far paura a molti lettori che, giudicando spesso il libro in base alla lunghezza, lo potrebbero trovare scartabile a priori proprio per questa caratteristica. In effetti è un libro che può sembrare apparentemente impegnativo, ma se avrete il coraggio di “sorvolare” questo dettaglio, vi assicuro che troverete tra le mani un racconto veramente coinvolgente! Del resto un libro non andrebbe mai giudicato dalla copertina, figuriamoci se lo si può giudicare dalla quantità di pagine no? 😉📚

Il libro che ho scelto per voi si intitola “La stazione“, è edito dalla casa editrice Giunti e nonostante sia in commercio da gennaio 2022, continua ad essere tra i libri più venduti di questa casa editrice. Niente male direi, anche perché è il thriller d’esordio di Jacopo De Michelis, autore che, se avrete modo di leggere quest’ opera, noterete che ci sa fare con le parole e le narrazioni. Ma bando alle ciance, mettetevi comodi e diamo il via alla recensione! 🛋

Sull’autore

Come già detto precedentemente, l’autore di quest’opera è Jacopo De Michelis, classe 1968, nasce a Milano, la città location scelta anche per questo suo libro. Attualmente però vive e lavora a Venezia, dove è editor per la Marsilio Editori.

Ha alle spalle anche ruoli di traduttore, curatore di antologie, consulente editoriale e docenza in narratologia presso la NABA di Milano. Diciamo che non è di certo un neofita nel campo della letteratura, anzi, in questo romanzo d’esordio si sente benissimo tutto il suo talento narrativo. De Michelis è anche appassionato di fotografia, e quando può, pubblica le sue impressioni fotografiche sul suo canale Instagram: @geidiemme e se vi fa piacere, passate a visitare la sua pagina! 📷 📸 

Il libro

La stazione” è quel tipo di libro che a me piace considerare “un mix di vari generi“, ma di questo ve ne parlerò più tardi. Adesso voglio concentrare la storia sui personaggi e sulle vicende che li “intrecciano” tra loro.

Protagonisti indiscussi di questa avvincente storia sono Riccardo Mezzanotte e Laura Cordero.

Riccardo è un poliziotto, ma non lo è sempre stato. La scelta di diventarlo è avvenuta dopo la drammatica morte di suo padre, un poliziotto stimato ed apprezzato da tutti in centrale. Un padre però severo col figlio che, orfano di madre, non è stato per niente semplice da allevare.

Riccardo infatti in età adolescenziale farà di tutto per “ferire” il padre nell’anima, prendendo strade sbandate che lo porteranno agli eccessi ed a frequentazioni sbagliate. Ma quando il padre muore ed il suo assassino rimane a piede libero, in Riccardo scatta qualcosa.

Il desidero di fare luce sull’assassino diventa per lui un motivo di vita, ed allora diventerà poliziotto pure lui, scoprendo ben presto di avere uno spiccato talento nella squadra omicidi. Il suo senso di giustizia però lo porterà ad aver problemi con dei colleghi corrotti che lui stesso denuncerà. Questa scelta lo porterà a dover abbandonare la squadra, dove non è più al sicuro, per iniziare un’altra avventura nella Polfer della Stazione Centrale di Milano.

Qui inizierà a notare ben presto delle carcasse di animali morti sparsi nei pressi della stazione. Tutti i ritrovamenti sembrano seguire lo stesso iter di tortura: zampe mozzate, sterno aperto e cuore asportato, sempre mentre ogni povero animale era ancora vivo e cosciente. Che ci sia qualche rituale dietro a queste orrende morti?

Poi c’è Laura Cordero. Una ventenne bella, ricca e con uno straordinario potere interiore: percepisce i pensieri delle persone che le stanno attorno anche senza volerlo. Ben presto scoprirà anche di avere delle visioni, infatti, durante il suo lavoro come volontaria al Centro d’ascolto per le persone bisognose in Stazione Centrale, scoprirà di vedere due bambini che sembrano soli senza genitori, solo più tardi realizzerà che i due bimbi in realtà li vede solo lei, e sono ebrei che si trovavano in quel posto durante il periodo di deportazione nazista. Ma come mai li vede? Avranno qualcosa da dirle?

“Se non puoi occultare la verità, rivestila di talmente tanti strati di menzogna da renderla irriconoscibile: è l’abc della disinformazione, una delle prime cose che ho imparato nei Servizi.”

il Generale a Riccardo

Riccardo e Laura si incontreranno proprio quando lei chiederà aiuto alla polizia per quei bambini che non esistono. E ben presto tra i due inizierà a nascere un’intesa caratteriale prima e fisica poi.

Ma quando Laura inizierà a voler capire cosa vogliono da lei quei bambini, qualcosa di terribile accadrà. Sì perchè quello che Laura scoprirà sarà più grande di quel che poteva immaginare. E finirà vittima dello stesso psicopatico a cui Riccardo stava dando la caccia dopo i ritrovamenti dei corpi martoriati degli animali.

Ma chi è l’assassino? E cosa si nasconde nei sotterranei della stazione? Esistono tante leggende metropolitane riguardo “La stazione“, qualcuno parla di un mondo sotterraneo dove orrende creature si cibano di esseri umani che spariscono misteriosamente, altri parlano di mostri che la notte riaffiorano in superficie mietendo vittime. Realtà o leggende metropolitane?

Ma se invece “La stazione” nascondesse qualcosa di più esoterico e più pericoloso?

Sarà Riccardo a dover far luce su vicende ormai antiche, ma soprattutto sarà lui, col suo innato talento ed intuito ereditato dal padre, a trovare la pista giusta anche stavolta, stanando un folle che gli aprirà gli occhi su un mondo che non conosceva e che nemmeno Laura poteva conoscere.

“Buffo come la nostra mente si abitui in fretta a ciò che fino a poco prima avrebbe rifiutato in quanto del tutto inconcepibile.”

pensiero di Riccardo Mezzanotte

Per trovare la ragazza, Riccardo dovrà “immergersi” nei sotterranei della stazione, dove scoprirà un popolo che già conosce e che vive tra quel buio tipico dei bassifondi metropolitani. Quel popolo ha bisogno di lui e come sempre è determinato a scoprire anche questa verità.

Trovata Laura, inizia così una nuova ed adrenalinica indagine, che stavolta farà riaffiorare realtà ben più dolorose per il nostro protagonista. Che imparerà sulla sua stessa pelle quanto fa male il tradimento di coloro che ha sempre considerato “parte della famiglia“.

Attraverso l’indagine per il popolo dei sotterranei troverà anche la verità che lo ha spinto sin dall’inizio a diventare un poliziotto, ma quanto è caro il prezzo della verità?

La stazione” è un “cocktail letterario” che mixa assieme il genere thriller, il poliziesco, l’esoterico, l’horror, il thriller psicologico ed anche un pò di romance ed erotico nella stessa opera.

La stazione” è quindi un libro che accontenta un pò tutti i gusti dei lettori, che scegliendo questo romanzo finiranno col restare stupiti per come possa una sola opera amalgamare in un modo così perfetto dei generi talvolta così diversi tra loro.

Se siete quindi alla ricerca di un libro capace di tenervi incollati dal primo all’ultimo capitolo su di esso, non cercate altrove! Con “La stazione” lo avete finalmente trovato! 😌

Lo stile e le impressioni

La stazione” è un libro davvero unico nel suo genere. Come già detto, è capace di attirare l’attenzione su di lui senza nessun tipo di difficoltà, poiché ogni capitolo è una sorpresa ed il finale, così come tutta la trama, non è per niente scontata!

Una trama così ricca e così corposa finora l’ho trovata soltanto quando ho letto “L’angelo delle tenebre” di Caleb Carr, un libro altrettanto lungo quanto a pagine, ma così scorrevole che non ci si accorge nemmeno di quanto sia facile terminarne la lettura.

La stazione” richiede un pò di attenzione nei vari passaggi, poiché i capitoli sono a loro volta suddivisi in sottocapitoli dedicati a ciascun personaggio, scelta a mio avviso perfetta per far capire che le vite narrate si svolgono in concomitanza tra loro, quindi, anche se richiede una certa attenzione per non perdere il filo narrativo, direi che è il miglior modo per rendere scorrevole la lettura, che con scelte diverse non sarebbe risultata così ben chiara e definita.

Bidibibodibibook cerca sempre la magia nelle sue letture, ed in questa qual è?

In questo libro la magia è racchiusa nel coraggio dei personaggi che, anche a scapito della loro vita, vanno sempre alla ricerca della verità.

La copertina del libro “La stazione” di Jacopo De Michelis
  • Titolo: La stazione
  • Autore: Jacopo De Michelis
  • Casa editrice: Giunti
  • N. Pagine: 870
  • Prezzo al pubblico: € 19,00 (versione cartacea) – € 12,99 (versione eBook)

4 comments

  1. Possibile apprezzare un Autore che in poche pagine di apertura riesce a sfoderare vari sfondoni linguistici del tipo: “Torna pure a fare il tuo lavoro, *******, che il mio lo so fare…” , senza accento sul che!? C’è differenza tra che pronome e ché (perché) congiunzione causale?
    “Chiamò quattro uomini e gli fece cenno di seguirlo”, “gli”? Ma non erano 4? Dov’è finito il corretto “loro”?
    Basata leggere le poche pagine di estratto per trovare una prosa ridondante, lentissima, stucchevole. Per descrivere il fermo di alcuni tifosi violenti su un treno servono 6 pagine di inverosimili descrizioni, quando 6 righe sarebbero state già troppe. Naturalmente, salvo gli errori che non sono opinabili, si tratta di giudizi personali.

    1. Ciao Anna, prima di tutto ti ringrazio per aver lasciato il tuo commento.
      Ho apprezzato molto i tuoi giudizi personali e posso dire di averli trovati interessanti. Dal punto di vista della scrittura è vero, sono presenti degli errori che potevano essere evitati, anche se talvolta nelle mie letture ne trovo davvero moltissimi ma penso siano più che altro dovuti alla limitata disponibilità di tempo che il correttore di bozze ha per gestire un opera letteraria che, in questo caso specifico è sicuramente risultata davvero lunga e complessa da curare.
      E’ anche vero che ha avuto diversi anni per sistemare il suo manoscritto, quindi potremmo dire che anche una scusante di questo tipo sia un pò blanda come risposta. Bisognerebbe poter chiedere al diretto interessato, ed anche agli addetti ai lavori, quale sia stato il loro metodo di correzione e revisione di questo libro, ma ribadisco, in libreria c’è anche di peggio. Questo però non credo serva dirtelo, mi sembri così ben attenta nei giudizi che penso tu possa trovare degli errori in quasi tutti i libri! 😉
      Hai mai pensato di fare la correttrice di bozze? Magari già lo sei ed a questo punto credo che tu abbia dato una forte prova di quanto sappia fare bene il tuo lavoro! Brava!
      Ti confesso che le prime pagine, quelle riguardanti appunto la violenza di alcuni tifosi, anche a me sono risultate dal punto di vista stilistico piuttosto lunghe per raccontare una vicenda, ma poi ho anche capito che in fin dei conti serviva per mantenere alta la tensione e per introdurci in qualcosa di più sinistro come il ritrovamento della prima carcassa di animale.
      Ovviamente anche il mio giudizio è prettamente personale, ognuno trae le sue opinioni poi nell’insieme. Tu alla fine lo hai letto? Se dovessi valutarlo nella sua totalità lo bocceresti del tutto o gli daresti una chance?
      Esistono a mio parere diversi rapporti con i libri. A volte è amore a prima vista, altre volte ci si litiga fino al ritrovamento di un accordo, ed altre volte ancora ci si ritrova a fare i conti con un libro con cui non si può proprio proseguirne la lettura e che rimangono quindi abbandonati a loro stessi, nella speranza che ci sia qualcuno che li apprezzi.
      A me è accaduta una sola volta di abbandonare un libro iniziato, non c’è pentimento da parte mia ma una leggera delusione per non aver saputo cogliere il motivo per cui l’autore ha scelto di dare vita a quel romanzo. Abbandonandolo non l’ho scoperto e non lo scoprirò mai.
      Se ti farà piacere, scrivimi ancora, per altre critiche o per i tuoi giudizi personali. Io li apprezzo sempre moltissimo, sono costruttivi e possono essermi anche d’aiuto per i libri che spero un giorno di pubblicare.
      Un abbraccio e buona Pasquetta! 🙂

      1. Gentilissima Nadia, Grazie per la Tua opinione. Devo prima di tutto farti una confessione ché (con accento) non sarei onesto (sì, con la o finale). No, non mi è venuto in mente di fare il correttore di bozze, perché preferisco scrivere. Dietro questo pseudonimo si nasconde uno scrittore di quelli che vengono chiamati “emergenti”, sebbene non emergano mai. Nome di scrittore che è lo pseudonimo del mio vero nome; modello scatole cinesi, per intenderci. Non ti sembri il mio un modo tortuoso e villano di procedere. Lo faccio esclusivamente per evitare che ogni parola che io scrivo sia interpretata come il risultato di un intimo rancore per gli altrui successi e per avere un po’ di visibilità. Anna Maletta non è nessuno, nel campo della letteratura, e allora può dire quello che vuole e quello che crede sia giusto. Veniamo al punto. Iniziando dagli errori. Stiamo parlando di Pinco Pallo Geometra del Catasto con ambizioni letterarie nell’ambito del suo condominio o di una Casa Editrice a livello nazionale con ambizioni culturali e premi letterari nella bacheca? Perché se arriviamo al punto che dopo 8 anni di sudate carte e orde di editor e di correttori di bozze che lavorano in team non riusciamo più a togliere due strafalcioni linguistici da un testo banalissimo, allora organizziamo dei viaggi a Fatima, ché (accentato) facciamo prima. Questi Editori rappresentano un potentato del settore, hanno ambizioni da Nobel e poi trattano il lettore come carne da macello (sono vegetariano)? Io che pubblico su piattaforma self e inevitabilmente facendomi tutto da solo o quasi ogni tanto, lo ammetto, lascio un paio di refusi in tutto il libro, mi sentirei un’ameba a dare alle stampe un testo così poco curato. Ma ormai, anche per colpa del lettore medio italiano, siamo diventati tutti di bocca buona. In quanto al contenuto o allo stile… Ti confesso che non riesco a comprare un libro che abbia quelle prime 10 pagine come incipit. Può essere che la mia sia una posizione avventata, ma è proprio l’incipit che deve servire come biglietto da visita di un’intera opera. E questo è un biglietto da visita uscito da una tipografia scalcinata. Ho scoperto, per fortuna, di non essere l’unico che ha queste opinioni. Mi permetto di segnalarti questo: https://www.romait.it/la-stazione-come-si-monta-il-caso-di-un-bestseller-annunciato.html?fbclid=IwAR0fOkKFPpaujckQYMxl4981Zt6YRZKFXJ6hW4-FWSbo7ZYJjG-GJLV7FHA che mi sembra illuminante. Mi permetto anche, se lo desideri, di inviarti uno dei miei libri, SENZA ALCUNA INTENZIONE, LO GIURO, DI FARMI PUBBLICITA’. Qualora ti fosse cosa gradita, inviami un indirizzo di posta ordinaria alla mia mail anonimissima, oppure consentendomi di inviarti i file pdf dell’opera. Un saluto carissimo e contraccambio gli auguri, Anna(!)

        1. Cara Anna (o per meglio dire scrittore emergente di cui non conosco il nome!),trovo queste tue opinioni ben decise e non sarò di certo io a cambiare le tue più che sincere idee in merito a questo libro le cui prime pagine ti hanno spinto a non volerlo neppur per un istante considerare.
          Mi trovo d’accordo su diversi punti, uno tra i tanti è che non è di certo bello che case editrici di un certo calibro (come la Giunti nel caso specifico, ma ce ne sarebbero moltissime da citare se volessimo) vedano nel lettore una sorta di “bonaccione” che accetta ogni tipo di errore e che anzi, talvolta neppure lo nota da quanto il suo italiano è limitato. E’ una cosa che mi rattrista molto, perché spesso noi italiani ci chiediamo il motivo per cui si accettino dei modi di parlare inaccettabili (come l’ “a me mi” che io non posso sentire!) ma che pure dai media sembra accettato nei dialoghi non scritti…ed è solo uno dei tanti esempi che dimostra quanto la qualità e le basi del nostro italiano sia diventato un optional anche dall’italiano stesso. Su questo gli inglesi invece sono molto più severi, perché difendono il loro inglese nella loro forma più pura ed io nutro una sana invidia su come sappiano conservare bene il loro modo di parlare e scrivere.
          Difendere il nostro italiano è un diritto, anche se oggi forse parlare di “diritti” non è più quasi possibile (ma questa è un altra storia!).
          Detto questo, io sono solita leggere moltissimo e mi piace parlare di libri sempre e comunque, non mi faccio influenzare dai media riguardo alle mie scelte di lettura, vado molto a “naso”, anche se da buona grafica, devo ammettere che la copertina per le mie scelte gioca un ruolo fondamentale.
          Non so se ha letto altre mie recensioni prima di questa, forse era a caccia di recensioni legate a questo libro incriminato che da quel che posso capire, non riesce proprio a “digerire”, ed è proprio attraverso questa caccia che è approdato sul mio blog (mi fa piacere in ogni caso!). Mi permetta di dire se così fosse stato che il mio blog nasce principalmente proprio per dare spazio agli autori emergenti, a cui spesso dedico letture e spazi anche attraverso interviste e dirette Instagram. Non a caso la primissima recensione riguarda proprio un autore emergente che ho adorato per la sua qualità narrativa ma anche per la storia che questo autore aveva alle spalle, una storia che lo ha portato ad autoprodurre la sua opera dopo esser stato snobbato non poco da molte case editrici. Ed ho trovato così originale il suo modo di vendere la sua opera solo dopo una accurata lettura del manoscritto, a cui allegava un bollettino postale confidando nel buon cuore del lettore che ordinava il suo libro che ho deciso che fosse giusto partire con lui, se interessa, qui trova la recensione al riguardo: https://bidibibodibibook.it/nati-dinverno-di-giancarlo-gasponi/. Io credo nei talenti letterari italiani, credo in chi ci mette il cuore in quel che scrive ed apprezzo chi con coraggio si “propone” bussando alle porte fisiche o digitali come in questo caso, per potersi far sentire. Una volta forse era più difficile farsi notare, adesso con la tecnologia è tutto più rapido, ed è di certo un bene!
          Ogni opportunità nuova ha però anche un rovescio della medaglia, ed è quindi a mio parere doveroso ammettere che anche nel self publishing, forse proprio perché diventa un qualcosa di accessibile a tutti, talvolta la qualità va un pò a perdersi, non è di certo il suo caso, ma credo che concorderai con me nel fatto che sempre di più, soprattutto negli ultimi anni, stanno nascendo con così tanta rapidità una moltitudine di scrittori da far quasi sembrare semplice come bere un bicchier d’acqua creare delle basi per una narrazione di successo. Ed è proprio per tale motivo che spesso si assiste a dei flop letterari assurdi, anche se talvolta appaiono come dei grandi capolavori mai stati scritti (e qui autori del calibro di Leopardi e D’Annunzio si rivoltano nella tomba). Aggiungo però che nel self publishing quantomeno queste situazioni le si possono pure accettare, mentre dalle grandi case editrici no. Io per esempio non sopporto che personaggi di un certo tipo (solo per la loro notorietà mediatica ad esempio) vengano pubblicati con estrema facilità, soprattutto quando poi, andando a leggere i loro libri, quello che ne risulta è un opera di media qualità. E la cosa più triste è che a certe persone per la loro fama di “essere qualcuno” venga pure operato un contratto continuativo. Ecco, queste sono cose che fanno cadere le braccia, soprattutto perché io credo che davvero ci siano dei talenti nascosti tra chi fa tutto per conto suo…Ho letto la recensione che mi hai linkato e la trovo interessante, forse non del tutto così illuminante ma ovviamente sono pur sempre tutte considerazioni personali, ed il mondo è bello anche perché esistono opinioni differenti. 🙂
          Spero di non aver fatto errori terribili nello scrivere questa risposta perché l’ho scritta “di gettata” come piace dire spesso a me. Ed apprezzo molto la tua proposta di farmi conoscere uno dei tuoi libri. Da pubblicitaria posso dire che, anche se non era tua intenzione, questa tua capacità di attenzione potrebbe essere una buona strategia di marketing. Una delle cose che ho imparato nella comunicazione pubblicitaria è che spesso è più facile attirare l’attenzione con un commento discordante che con un commento d’approvazione di quello che si pubblica! Quindi complimenti per la strategia! 😉
          Concludendo, invierò alla tua anonima mail le informazioni per spedirmi l’opera, preferisco i cartacei perché a mio parere non esiste niente di più piacevole del rumore delle pagine sfogliate ed il profumo di carta stampata, ma so anche che alcuni autori hanno paura che chi fa recensioni venda poi i libri, cosa che io non faccio mai con i libri ricevuti in dono. Quindi lascerò a te la scelta di decidere cosa e come inviarmi il manoscritto.
          Grazie ancora e buona serata Anna che Anna non è! 🙂

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