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Copertina Ogni piccola cosa interrotta

Ogni piccola cosa interrotta. L’esordio di Silvia Celani

Qualche settimana fa, sulla pagina Instagram, avevo postato che stavo leggendo un libro. Qualcuna delle mie follower mi ha anche gentilmente risposto, scrivendomi che il libro in questione era piaciuto molto. Così, anche grazie ai riscontri positivi che avevo ricevuto, la mia voglia di lasciarmi andare completamente nel racconto ha preso il sopravvento. Ed il risultato è stato sbalorditivo.

Il romanzo di cui vi voglio parlare oggi si intitola “Ogni piccola cosa interrotta”, ed è il libro d’esordio di Silvia Celani, una promettente scrittrice che ha fatto il suo ingresso nel mondo della scrittura proprio con questo piccolo miracolo letterario pubblicato da Garzanti.

Mi piace chiamarlo “miracolo letterario” perché lo considero proprio tale, è nato da una mano che scrive col cuore, con una straordinaria abilità lessicale e con una naturalezza così spontanea da sembrare quasi un dono da ricevere, gustare e condividere.

Le pagine scorrono veloci sotto gli occhi attenti del lettore, ed a scorrere, non sono solo loro, ma una intera vita, quella di Vittoria, la protagonista alla ricerca di una verità che riesca a dare un senso a tutto il suo malessere interiore.

Siamo a Roma, la città eterna, in una famiglia apparentemente perfetta, quel tipo di perfezione a cui la società è spesso spinta a credere che quantomeno lo sia. Sì, perché a Vittoria, una ragazza bella, ricca e giovane, sembra non mancare nulla, tranne l’affetto di quel padre scomparso troppo presto.

Di lui possiede soltanto il nome al femminile, tutto il suo benessere materiale, ma nulla che glie lo possa far ricordare.

Vive nel lusso, e fino a quando non inizia a soffrire di attacchi di panico tutto sembra proseguire con assoluta normalità. Ma poi, tutto il suo malessere prende il sopravvento ed è in quel momento che Vittoria comprende che il suo posto non era più in quel mondo così perfetto in cui ha sempre creduto di appartenere. 

Con lei vive sua madre, Marianna, una donna abituata come lei a vivere nel lusso, circondata da persone del suo stesso rango. La ragazza non si è mai sentita legata a quella madre così distaccata e fredda con lei, si limitava ad obbedire ai voleri della donna che l’aveva messa al mondo e che infondo era l’unica persona ad esserle rimasta.

Ma col passare del tempo, questa sua ricerca della verità ed il continuo voler sapere di più su quel padre di cui non possedeva nemmeno una fotografia, inizia a farsi sempre più insistente, al punto da spingerla verso un baratro in cui soltanto l’aiuto di una analista forse poteva aiutarla.

E’ in questa necessità di aiuto che Vittoria si imbatte nella dottoressa Rosario, una psicologa che la seguirà (e la guiderà) per tutto il suo cammino, ponendole domande ad ogni incontro. Domande che inizialmente alla ragazza appaiono inconcludenti, ma che col passare del tempo la porteranno a trovare la strada verso quella verità così necessaria per la sua vita.

Un’altra importante presenza in questa toccante storia è quella di Ion, un ragazzo nato in Russia, con un passato totalmente diverso da quello conosciuto dall’aristocratica ragazza romana, ma così simile a lei quanto alle dolorose avversità della vita.

Questo giovane ragazzo,  a differenza di Vittoria è consapevole del dolore e della disperazione che ha dovuto affrontare in tutta la sua vita, e proprio perché consapevole di tutto quanto, sceglie di proteggere e seguire lei in tutto il suo percorso.

Quanto può essere tortuosa la realtà che si cela dietro una verità nascosta per troppo tempo? Ma soprattutto, come si può raggiugere una verità senza poter affrontare chi può raccontarla veramente?

Sono queste le domande a cui Vittoria deve trovare delle risposte, perché le servono per vivere, per tornare veramente a respirare.

Il suo malessere sembra iniziare a trovare un po’ di pace solo quando ritrova un carillon in frantumi nascosto con cura nel cassettone della camera di sua madre, un oggetto quasi insignificante a prima vista, ma che stranamente averlo tra le mani le dà come un senso di quiete, quel tipo di serenità che sente di dover trovare.

Raccontare a sua madre di quell’ammasso di cocci non è una buona idea, così ne parla alla sua analista, che le consiglia di affrontare la madre con cui non ha mai avuto un vero e proprio dialogo.

Ma cosa fare se non si riesce a creare nessun tipo di comunicazione con l’unica persona con cui si ha un legame di sangue? Il rapporto tra madre e figlia non è idilliaco, ed anche il minimo approccio ad un qualunque tipo di comunicazione tra loro è un modo per dare vita ad un litigio, anche quando le festività natalizie si avvicinano.

Ma forse non tutto è perduto, e forse sarà proprio il fato, durante l’ennesima discussione, a far sì che le due donne trascorrano il Natale lontane.

Proprio in questa occasione, Vittoria, nel tentativo di cercare di ricreare l’atmosfera di festa che ricordava di aver vissuto col suo adorato papà, scorge delle scatole in cantina che le faranno rivivere dei momenti della sua infanzia che sembravano sepolti per sempre. 

Perché i ricordi si annidano ogni volta nei piccoli angoli del nostro cuore, e qualche volta basta una piccola cosa a riportare alla memoria attimi preziosi.

In un vecchio registratore sente la voce sua e di suo padre, quell’uomo che sentiva di amare e che le mancava talmente tanto da stare male. Ma se il solo sentire la sua voce le aveva causato un sussulto, saranno delle vecchie lettere ed una foto che lo ritrae assieme ad un uomo della sua stessa età a farle venire dei dubbi atroci, dei dubbi che la riguardavano, ma che soprattutto le facevano porre un’altra domanda: chi era quell’uomo? E soprattutto, che ruolo aveva nella vita di suo padre?

Lei doveva sapere, doveva capire se era stata amata da quel padre di cui aveva frammenti di ricordi sparsi qua e la nella sua mente, ma soprattutto necessitava di conferme che solamente due persone potevano darle, e queste due persone erano quell’uomo raffigurato nella foto, un certo Luca, e sua madre.

In questo cammino c’è sempre Ion ad accompagnarla, a farla sentire protetta e al sicuro, ed a consigliarle cosa fare c’era pur sempre la sua psicologa, che le mostrò anche una tecnica molto speciale per aggiustare gli oggetti rotti, la tecnica del Kintsugi, ovvero riparare con colla ed oro come da antica tradizione giapponese. 

Sarà così che Vittoria inizierà a rimettere assieme quel carillon che stranamente avere accanto le causava tranquillità, scoprendo che anche dalle fratture può nascere nuova vita.

Ma la vita della giovane ragazza, per poter proseguire, doveva avere delle risposte, ed allora inizierà la ricerca di questo Luca che le racconterà una storia toccante e profonda sulla vita di suo padre, dell’amore che lui aveva per lei e di quello che tra loro c’era di così caro da spingerli a voler andar via, lontano da una città bella quanto troppo tradizionalista da superare barriere che altrove non esistevano. Verso una vita nuova sognata dai due uomini per loro e per lei, ma che non vedrà mai inizio.

Saranno queste rivelazioni ad aprire gli occhi ed il cuore di Vittoria, che imparerà a comprendere in quel preciso momento in cui la verità le viene svelata, che l’amore ha tante forme diverse, talvolta troppo difficili da comprendere ma che comunque essa sia, va vissuta ed affrontata.

Un altro tassello di quel puzzle della sua esistenza era stato trovato, adesso mancava soltanto il più difficile, quello riguardante sua madre.

Sì perché se parlare con Luca, un perfetto sconosciuto ai suoi occhi, poteva sembrare difficile, la vera difficoltà era proprio trovare il coraggio e le parole per poter parlare con quella madre così distaccata da lei, anche se dopo aver saputo la verità da Luca tutto appariva sotto una luce totalmente diversa ed anche nei suoi confronti qualcosa nel suo cuore stava cambiando.

Ancora una volta però sarà il caso a fare in modo che tra le due donne inizi un dialogo, con il dovuto coraggio e la forza di mettersi a nudo, si scoprirà che a volte la vita riserva delle sorprese per tutti, e che a volte l’amore che sembra mancare era soltanto più nascosto di quanto si credeva.

Bastava soltanto riprendere in mano ogni piccola cosa interrotta, aggiustare ed accettare i cocci, dando risalto ai difetti donando loro una luce nuova, come ha fatto l’oro con il carillon, e tutto può tornare a splendere.

Sarà così che inizierà una vita nuova per mamma e figlia, una vita diversa, che le vedrà legate in un modo totalmente diverso da quello che si aspettavano e che forse non avrebbero mai nemmeno immaginato, ma che le renderà vere anche con i loro difetti.

“Lui voleva insegnarti che le cose possono sempre aggiustarsi, Vittoria. Che nulla è mai davvero perduto, anche se tutto cambia e quel cambiamento a volte può farci male o farci molta, molta paura”

Questo libro devo ammettere che mi ha spesso commossa, mi ha fatto riflettere molto su quanto la vita sia spesso capace di mutare il corso delle cose, ma quello che mi ha davvero fatto brillare gli occhi dall’emozione è stato il ripercorrere l’amore di Vittorio, il padre di Vittoria, per quella figlia che credeva di non essere stata amata e che invece aveva sempre avuto l’amore più grande che un padre poteva dare ad un figlio.

Il carillon che aveva aggiustato con cura e che la faceva stare bene è sempre stato come un filo invisibile che li teneva uniti, era caduto ad una Vittoria bimba ed era stato aggiustato da una Vittoria ormai grande alla ricerca di quella verità che tanto le serviva per vivere.

Perché tutto ritorna, così come il vero amore non andrà mai via.

“Non nasconderai mai le tue ferite, piccola mia. Perché ogni ferita guarita, ogni cosa spezzata, interrotta e poi aggiustata è più preziosa dell’oro…”

Questo libro mi è piaciuto tantissimo perché sa toccare nel cuore il lettore, è un po’ come se venissimo presi per mano ed accompagnati in un percorso fatto di emozioni, sorprese e sentimenti contrastanti che non sono altro che un inno alla vita, quella che Vittorio amava, quella che lo spingeva tra le braccia di qualcuno che sembrava un amore impossibile ma tremendamente vero. Un libro che apre tanti perché e dà altrettante risposte.

Silvia Celani lo ha decisamente scritto con una delicatezza e sensibilità che sembra quasi una carezza data a questa ragazza che necessitava di un amore puro, quello che ha trovato in Ion che a sua volta ha trovato in lei, così diversi ma così simili, così dannatamente diversi dall’amore che ha legato invece suo padre a Luca, che erano così uguali da non poter vivere lontani.

Come sempre Bidibibodibibook cerca la magia che si nasconde dentro ogni libro, ed in questo qual è?: “la magia di questo libro è che l’amore ha spesso delle forme diverse, ma non per questo ne esiste una sola giusta, è la magia di un invito ad accettare i propri difetti, perché le nostre cicatrici non sono altro che una caratteristica che ci rende unici, proprio come un carillon aggiustato che mette in bella mostra le sue crepe d’oro.” 

Copertina Ogni piccola cosa interrotta
Copertina del libro di Silvia Celani
  • Titolo: Ogni piccola cosa interrotta
  • Autore: Silvia Celani
  • Casa editrice: Garzanti
  • N. Pagine: 288
  • Prezzo al pubblico: 16,90

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