Oggi, per la nostra nuovissima rubrica, avremo il piacere di fare due chiacchiere con Mario Congiusti, autore di “Il cuore del cuore” il libro novità di cui vi parlerò prestissimo e che è edito dalla casa editrice Another Coffee Stories, fresca casa editrice con cui ho iniziato una collaborazione. Ma lasciamo che a parlare adesso sia il nostro autore e…buona lettura!
Ciao Mario, io so che scrivi per radio e tv, come vivi il tuo rapporto con la scrittura?
Il mio rapporto con la scrittura è fondamentale nel senso che scrivo ogni giorno. A tratti diviene paranoico, ma credo sia una condizione normale.
Che tipo di scrittore di consideri? Hai qualche scrittore o scrittrice a cui ti riferisci quando crei?
Mi ritengo uno nella norma, insomma uno che scrive come tanti, niente di più. Solitamente non faccio riferimenti ad altri scrittori, in genere leggo romanzi di autori americani, ma cerco di mantenere una linea il più possibile personale.
Hai già pubblicato un libro, oltre a quello di cui parlerò prestissimo. Come lo definiresti e soprattutto a chi lo vorresti dedicare?
Il secondo romanzo è decisamente più ironico del primo, sia da un punto di vista narrativo che nei contenuti. È dedicato a due cari amici scomparsi negli ultimi anni.
So che sei della provincia di Brescia, com’è il percorso di uno scrittore di provincia in Italia? Credi che se fossi nato in una grande città, tipo Milano o Roma, sarebbe stato diverso il tuo percorso?
Credo che lo scrittore al giorno d’oggi possa trovare grosse difficoltà indipendentemente dalla città dove è nato. Ho vissuto anche a Roma, e la situazione non era molto diversa…
Restando in tema Italia, come vedi il futuro del mondo della scrittura, della letteratura e di tutto ciò che ruota intorno a questo mondo, nel nostro paese?
Il futuro della letteratura potrebbe essere oscuro, in quanto le nuove generazioni sembra stiano trovando stimoli differenti. Per ciò che riguarda la narrativa le cose potrebbero essere diverse, dato che pare stia diventando una specie di moda, e questo potrebbe diventare un elemento squalificante per gli scrittori che sentono dentro di sé il bisogno di raccontare storie, non per questioni di tendenza del momento ma per un sentimento personale.
Il tuo lavoro da scrittore per radio e televisione ti ha aiutato nella realizzazione dei tuoi libri? E se sì, quanto hanno influito su di essi?
La professione dell’autore televisivo e radiofonico è molto diversa da quella del classico romanziere. Non credo ci sia mai stata molta influenza di questi miei lavori su ciò che scrivo in termini di narrativa.
Ai tanti scrittori emergenti, o aspiranti tali, cosa ti senti di consigliare?
Ai nuovi autori consiglio solo di scrivere solo se sentono il bisogno di farlo e se hanno una storia da raccontare. Scrivere “per forza” non è mai stata una buona strada, anche se purtroppo, come dicevo prima, la tendenza a diventare tutti romanzieri sta emergendo sempre di più.
Il tuo nuovo libro, uscito il 10 gennaio nella versione digitale in prezzo di lancio esclusivo e presto disponibile in versione cartacea, parla di un uomo che non vuole arrendersi alla vecchiaia, al punto da voler scappare dal ricovero, trascinando con sé anche la moglie a cui è legato da moltissimi anni. Cosa ti ha spinto a realizzare una storia così? Cosa vorresti lasciare al lettore con questo tuo libro?
Forse la bizzarria che mi appartiene mescolata ad un vizio di prendere sempre troppo alla leggera la cose che mi porto dietro fin dall’infanzia.
Il romanzo si basa, per l’appunto, sulla stravaganza del suo personaggio più significativo, a cui si aggiunge la stravaganza della moglie. La storia è stata scritta in un periodo di chiusura forzata, e mi ha portato a respirare un po’ di libertà.
Nel caso qualcuno ti volesse contattare, tipo per farti i complimenti per il libro o quant’altro, come ti possono trovare?
La pagina instagram di Another Coffe Stories mi sta offrendo una grossa vetrina, nel caso ci fossero dei complimenti si possono scrivere lì, dato che il successo di un libro non è dato solo dall’autore ma da tutta la squadra che ha svolto il lavoro editoriale. Poi c’è sempre il mio account di Facebook, che porta il mio nome….
Vorresti aggiungere altro per i miei lettori?
Mi limito a ringraziare per l’intervista e ringraziare tutti coloro che la leggeranno!
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