Oggi ci lasceremo prendere per mano da Milo, un bambino di nove anni affetto da una rara malattia che colpisce la vista, che ci farà conoscere la sua complessa quanto intensa vita, facendoci amare (e talvolta anche odiare) molti dei suoi membri. Assieme a lui cambieremo i nostri punti di vista riguardo a tanti aspetti che ci sembrerà di “vivere in prima persona”, spesso credendo addirittura di essere noi a far vedere a questo giovane ragazzino cose che invece, con nostra grande sorpresa, scopriremo che lui aveva già visto e compreso molto prima.
Sì, perché a volte non servono gli occhi per “vedere la vita”.
Sull’autrice
L’autrice di questo libro è Virginia Macgregor, scrittrice che ha avuto il piacere di crescere in tre delle città a mio parere più belle d’Europa: la Francia, l’Inghilterra e la Germania. La sua passione per la scrittura le è stata tramandata da sua madre, che fin da piccola le raccontava storie che l’hanno seguita nella sua crescita, motivo questo per cui posso benissimo dire che la scrittura l’accompagna praticamente in tutta la sua vita. Ha studiato ad Oxford ed ha lavorato come insegnante e come direttrice in un collegio.
“Quello che gli altri non vedono”, il romanzo di cui sto per parlarvi, è il suo libro d’esordio. Ha avuto un successo così elevato da essere stato tradotto e pubblicato dai marchi editoriali più prestigiosi del mondo. In Italia la storia è stata tradotta da Chiara Baffa e pubblicata dalla casa editrice Giunti, che lo ha stampato ed immesso nelle librerie da ottobre del 2016. Nello stesso anno, sempre la stessa casa editrice, pubblica un altro suo libro intitolato “L’incredibile ritorno di Norah Wells”, che non ho ancora letto ma chi lo sa, magari verrò conquistata anche dalla trama di questo romanzo! 😉
In Inghilterra invece la prima pubblicazione del suo libro d’esordio avvenne nel 2014, tramite la casa editrice Sphere. Il titolo originale è “What Milo Saw”.
Il libro
Siamo in un piccolo paese della periferia di Londra, a Slipton, un luogo così vicino all’aeroporto da poter sentire un Boeing 747 passare sulle teste degli abitanti ogni cinque minuti ed ogni giorno, continuamente. Milo ormai c’è abituato, così come è abituata la sua famiglia, ovvero mamma Sandy, nonna Louisa (per gli amici Lou) ed Amleto, il simpatico e fedele maialino d’appartamento che Milo ha ricevuto in regalo da suo padre quando gli fu diagnosticata la retinite pigmentosa, una malattia progressiva che colpisce gli occhi, portando il bambino alla perdita progressiva della vista.
Ma dietro quel regalo c’è qualcosa di ancora più difficile da superare, anche se sono certa che vi starete stupendo, pensando a cosa ci possa essere di più tremendo del sapere che un giorno imprecisato si potrebbe non avere più la capacità ci vedere il mondo. Ma per Milo questa difficoltà non è poi così dolorosa, in quanto la nonna lo aiuterà ad imparare a “vedere il mondo” attraverso tutti gli altri sensi di cui dispone. Il grande dolore è aver scoperto lo stesso giorno che il papà ha una “amichetta”, e che con lei si trasferirà ad Abu Dhabi, per rifarsi una vita assieme a quella donna che lo renderà nuovamente padre. Milo è arrabbiato con sua madre, alla quale in principio dà la colpa dell’allontanamento del suo amato papà, accusandola di non essere stata capace di tenerselo stretto.
“Nonna…nonna…mi senti?”
Milo a nonna Lou
La situazione per lui precipita quando una mattina la nonna darà fuoco alla cucina a causa di una apparente dimenticanza. Ma se invece la nonna l’avesse causato apposta quell’incendio? Infondo ad occuparsi di Lou è proprio Milo, ma come può un bambino, per lo più con problemi di vista, occuparsi di una anziana signora?
Sicuramente non è una situazione facile, anche se il bambino sembra ben intenzionato a fare tutto il possibile per prendersi cura della sua amata nonnina. Ma dopo quel triste evento, sua madre ha scelto di metterla in una casa di riposo, a villa “Nontiscordardimé”, che sembra il luogo dei sogni di ogni nonnino. Almeno apparentemente!
A Milo infatti il luogo appare fin da subito falso, soprattutto quando inizia a notare una certa apatia nella sua amata nonnina, scoprendo inoltre che non le vengono somministrate le cure dovute. Per non parlare poi della strana direttrice, così ben costruita da sembrare fin troppo evidente che i poveri ospiti vengano maltrattati e che sotto il suo sorriso di facciata ci sia odio. Ma come fare per dimostrare la verità dietro i finti sorrisi della direttrice?
Milo è intenzionato a smascherare tutto al più presto. Si è prefissato come data del ritorno a casa della nonna il giorno di Natale, e non c’è niente che possa fermare la sua voglia di gridare a tutta Londra la verità su quella casa di riposo. Ci riuscirà?
“Devi pensare più in grande, Milo.”
Clouds a Milo
Il piano che ha in mente per raggiungere il suo intento non è per niente facile, ma sa che quella è anche l’unica possibilità che ha di poter riportare la sua nonna a casa. E poi non è affatto giusto che delle povere vecchiette debbano sopportare i soprusi di una strega camuffata da angelo.
Milo conosce tutti gli ospiti di quella casa di riposo, sa che non sono felici e diventa ben presto amico di Tripi, un siriano scappato dalla guerra, con il sogno di sfondare nella ristorazione e l’obbiettivo di ritrovare Ayishah, la sua amata sorellina che sognava di incontrare la regina Elisabetta. La loro amicizia nasce tra le mura di quella casa di riposo, e quel giovane uomo arrivato da lontano per la pace e per una nuova vita, diventerà l’alleato del determinato Milo. Insieme infatti escogiteranno un piano per far chiudere la “Nontiscordardimé”.
Ma se questo è un po’ il filone portante di tutto il racconto, a tenerlo unito è l’interessante e ben guarnito intreccio di vite, personaggi e sentimenti che spingono il lettore a riflettere molto su molte situazioni differenti. Regalando più punti di vista e anche più chiavi di lettura, in un romanzo che ha la capacità di emozionare e di fare affezionare fin da subito il lettore a tutti i protagonisti della storia.
E’ sorprendente ed anche piuttosto curioso come personaggi dalle caratteristiche e dai diversi modi di vedere ed affrontare la vita si possano legare così bene in un’unica vicenda/narrazione. Difatti troverete così tante personalità tra le pagine di questo libro che sono certa che alla fine ci saranno personaggi che amerete ed altri che vi spiazzeranno, questo perché sarà sorprendente come vi accorgerete che non potrete odiare nessuno di loro, nonostante tutto.
Pagina dopo pagina, la storia prende forma, svela segreti e regala colpi di scena capaci di lasciare a bocca aperta anche il lettore più attento, sì perché a volte accade anche nella vita quotidiana di restare senza né fiato e né parole. Ora sono certa che vorreste sapere il finale, ovvero se Milo riuscirà a mostrare a tutti di che pasta è realmente fatta la direttrice Thornhill, se Tripi troverà la sua amata sorellina e se l’anziana Lou riuscirà finalmente a ritornare a vivere nella sua stanzetta in soffitta a casa sua, coccolata dalle amorevoli cure del dolce Milo. Beh, posso dirvi che leggendo questo romanzo troverete molto più di queste risposte, e vi conquisterà in un modo così profondo che vi saprà emozionare, come solo un libro scritto col cuore sa davvero fare.
Lo stile e le impressioni
Questo romanzo, come vi dicevo sopra, l’ho scoperto per puro caso, e ringrazio la trama che mi ha spinta all’azione di acquisto, perché se non ci fosse riuscita mi sarei privata di una delicata e meravigliosa opportunità di emozionarmi, e per me questo sarebbe stato un vero peccato. Scritto seguendo un ordine molto ordinato, con un linguaggio comprensibile anche dai lettori più giovani, “Quello che gli altri non dicono” è un chiaro invito ad andare oltre la disabilità. E’ un racconto che ci dimostra che non servono gli occhi per vedere le emozioni dei più fragili, così come talvolta non servono le parole per esprimere i sentimenti che si portano nel cuore.
Consiglierei la lettura a chiunque abbia voglia di calarsi nella parte di colui che spesso viene additato come “diverso”, a chi crede di avere una vita troppo priva di senso, perché a volte, attraverso un racconto, si possono trovare molti spunti per apprezzare un po’ di più ciò che si ha. Ma soprattutto vorrei invitare alla lettura di questo romanzo chi ha dei problemi invalidanti, perché è un prezioso appiglio che sa sollevare i cuori più fragili, dimostrando che a volte non occorre avere tutti i sensi funzionanti se si vive ascoltando il proprio cuore. La dolcezza del piccolo Milo mi ha ricordato molto la cara e dolce Annarita, la protagonista di “Non è mai troppo tardi” di Stefania Russo, un romanzo in cui il mondo viene visto con gli occhi di una cara anziana costretta sulla sedia a rotelle e di cui potete leggere la trama qui. Raramente sento le stesse emozioni per due storie, ma esse, seppur nate da diverse autrici, in luoghi e storie anch’esse differenti, hanno un filone conduttore che le accomuna: l’amore per la vita che scalda sempre il cuore! ❤️
Bidibibodibibook cerca sempre la magia nelle sue letture, ed in questa qual è?
In questo libro la magia è racchiusa nella dolcezza di Milo, che ama in maniera così incondizionata nonna Lou da fare di tutto per riportarla a casa. E’ nella fragilità di un cuore che sa che l’amore è percepibile anche senza vedere. E ci invita ad ascoltare, senza sentire, ed anche a vedere, senza poter guardare.
- Titolo: Quello che gli altri non vedono
- Autore: Virginia Macgregor
- Casa editrice: Giunti
- N. Pagine: 367
- Prezzo al pubblico: € 8,90 (versione cartacea) – € 4,99 (versione eBook)
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grazie per la visita al mio blog. Non ho ben capito quale sarebbe la sua richiesta. Vorrebbe citare includendo il link del mio articolo su un suo articolo? Ho capisco bene? E forse intende che vorrebbe pagarmi per pubblicare il suo articolo, che conterrà il mio link, del mio blog?
Mi faccia capire se non avessi capito del tutto bene. Attendo sue e nel frattempo la ringrazio ancora per l’attenzione al mio blog.
Buona giornata
Nadia di Bidibibodibibook